La commedia tedesca dell’anno racconta la storia di una benestante famiglia tedesca che accoglie nella sua casa un rifugiato, affrontando con spensierata leggerezza il tema dell’immigrazione in Germania
Commedia
2016
Germania
116 Min
Simon Verhoeven
Simon Verhoeven
Senta Berger, Heiner Lauterbach, Florian David Fitz, Palina Rojinski, Elyas M’Barek, Uwe Ochsenknecht, Ulrike Kriener, Eric Kabongo
Quirin Berg, Max Wiedemann, Simon Verhoeven, Michael Verhoeven
Vincitore Bavarian Film Awards 2017, Premio del Pubblico come miglior film | Vincitore Bambi Awards 2017, Miglior film nazionale | Vincitore Bavarian Film Awards 2017, Bavarian Film Award come miglior produzione | Vincitore German Film Awards 2017, Film di maggior incasso dell'anno | Vincitore Munich Film Festival 2017, Miglior regista tedesco | Vincitore Stony Brook Film Festival, Opening nmight film award
Angelika, una professoressa da poco in pensione, decide, contro il parere dello scettico marito Richard, di ospitare a casa un rifugiato. Così il giovane nigeriano Diallo si trasferisce nella famiglia Hartmanns. Da qui nascono una serie di vicende, complicazioni e momenti esilaranti: il trambusto non solo stravolge la vita dei due, ma anche quella dei figli Philip e Sophie, ormai adulti. La sopravvivenza del loro matrimonio e le possibilità di integrazione di Diallo sono messe a dura prova. Razzismo, burocrazia e terrore innescano un vortice carico di diffidenza e sospetti che rischia di compromettere le relazioni della famiglia con il giovane. Nonostante il caos, resta la speranza che la famiglia ritroverà la sua stabilità, tranquillità e pace come il resto della Germania.
Qualche tempo fa un amico giornalista mi disse: "Abbastanza coraggioso da parte tua, fare un film come questo adesso". Era un complimento? Non ne sono veramente sicuro. La verità è che non mi sentivo particolarmente coraggioso quando ho iniziato a sviluppare questo film nella primavera del 2015. Allora era una piccola storia di una famiglia piena di contrasti che decide di accogliere un rifugiato. L'argomento era un po' insolito, ma lo trovavo eccitante e ricco di spunti. Ho pensato che fosse interessante raccontare il contrasto tra una famiglia della classe medio-alta e tutti i suoi problemi con qualcuno proveniente da un ambito culturale completamente diverso, qualcuno che si trova di fronte a problemi totalmente diversi, molto più seri. Da questo sono nate diverse possibilità comiche e altrettante di tipo emotivo.
Allora non avrei mai immaginato che questo punto di partenza, questa famiglia nucleare, sarebbe stata intesa come una specie di metafora della Germania o che avrebbe potuto essere vista come una sorta di satira sociale. Poi è arrivato il settembre 2015. All'improvviso questo era l'unico argomento. All'improvviso il mio film sembrava assurdamente attuale. All'improvviso ogni discussione familiare sembrava altamente esplosiva. E ho trovato questo microcosmo della vita familiare più eccitante che mai.
Benvenuto in Germania! è prima di tutto semplicemente una commedia. Non può né vuole offrire serie soluzioni politiche. Nondimeno mi auguro che il film possa contribuire un po' a cambiare le cose, divenendo spunto di riflessione sul tema. Se ho un messaggio personale, allora è solo la speranza che la famiglia Hartmann - proprio come l'intero paese o forse anche tutto il nostro continente - possa ritrovare la sua pace e la sua solidarietà, nonostante le crisi e i conflitti che caratterizzano la nostra epoca.
“Incredibilmente divertente”
Die Welt
“Una pellicola coraggiosa”
Der Spiegel
“La migliore commedia dell'anno”
Abendzeitung